“My wife wants a big house and a Maserati”

Analisi sul cambiamento dei consumi nella popolazione cinese, dal maoismo a oggi

Tesina di Giulia Gardoni [mat. 1036468], modulo di “Sociologia dei consumi”

“ where are you from?”
“I’m from Italy”
“Ooh, I know Italy! Ferrari, Fiat, Lamborghini..”
“ Maserati”
“ Yes! Yes! I know Maserati! My wife wants a big house and a Maserati”
(Da una conversazione avuta con il padre, trentenne, di un mio piccolo studente).

 

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Indice

1.1 La nascita del “Modello Cina”

2.1 La libertà (?) economica al tempo di Mao

3.1 Materialismo e consumismo eccessivo in Cina

3.2 La Cina dopo la Rivoluzione Culturale

3.3 Capire i giovani adulti consumatori cinesi

  1. Interviste

4.1 Lola & Jason

4.2 Ivy

4.3 Wendy’s mum

1.1 La nascita del “Modello Cina”

Mentre l’Occidente lentamente cercava di risollevarsi dai duri colpi infertigli dalla crisi economica mondiale, originata negli States ma presto diffusasi in tutto il mondo tra il 2008 e il 2011, l’economia cinese registrava una ripresa prospera e senza precedenti. La Cina ha superato il Giappone nel 2010 diventando la seconda economia del mondo. Fu così che gli esperti occidentali iniziarono a guardare con preoccupazione al modello di capitalismo di Stato cinese in grado di mettere in crisi quello di stampo occidentale. La Cina non ha dovuto affrontare gli innumerevoli problemi affrontati dai paesi occidentali in seguito alla crisi, ed è per questo che molti studiosi affermano che l’andamento economico mondiale ha subito una netta inversione di fortuna.

Negli anni novanta il modello di democrazia maggiormente emulato era, indubbiamente, quello americano. La tecnologia statunitense imperava e il capitalismo di stampo anglosassone, fondato su una limitata regolamentazione del mercato, era considerato un obiettivo da raggiungere. Tuttavia, un decennio più tardi, mentre la crisi di Wall Street poneva fine all’idea che i mercati potessero auto-regolamentarsi, la venerazione nutrita in passato dai cinesi per tutto ciò che fosse a stelle e strisce ha lasciato il posto a una visione molto più critica delle debolezze degli Stati Uniti. Per molti cinesi il superamento della crisi compiuto dalla Cina indica la rivalsa del proprio sistema e la caduta della supremazia ideologica americana.

Un editoriale pubblicato dall’agenzia di stampa cinese “Xinhua” il 10 ottobre 2010, annunciava la nascita del “modello Cina”. Non esiste una definizione unanimemente accettata di tale modello, gli intellettuali cinesi hanno individuato vari aspetti di esso che potrebbero essere riassunti nella fusione tra economia capitalista e statalismo autoritario basato sul concetto di Deng Xiaoping di “socialismo con caratteristiche cinesi”. Da un lato, la classe dirigente ha cercato di assimilare elementi di successo della politica economica liberale, aprendo l’economia a investimenti esteri e nazionali, garantendo la flessibilità nel lavoro e mantenendo basso l’onere fiscale e normativo. Dall’altro, le autorità hanno cercato di assicurarsi che il Partito comunista cinese (Pcc) mantenesse controllo ferreo sul governo, sull’esercito, sull’apparato di sicurezza interna e i flussi informativi. Alla luce di questo duplice approccio si può affermare che il recente percorso di modernizzazione della Cina si sia rivelato unico.

Ciò che rende il “modello Cina” singolare sta nel fatto che il regime comunista abbia salvaguardato il proprio spazio di programmazione politica rispetto al quando, il dove e il come adottare idee occidentali. Il regime cinese ha preferito adattarsi in maniera selettiva agli elementi importati in tutti i campi, trapiantandoli nella realtà nazionale. Allo stesso modo, ha ricacciato o emendato quegli aspetti liberali che ridurrebbero in modo significativo il ruolo dello Stato. Di conseguenza, la Cina si è di fatto spostata verso un’economia di mercato che ha visto crescere il settore privato, assumendo un ruolo sempre più importante. Nonostante la rapida ascesa del paese, l’economia cinese è da considerarsi libera solo in modo selettivo, tutt’oggi infatti, sono le imprese statali a dominare l’economia e il governo continua a stabilire le priorità e a controllare settori strategici.

Gli intellettuali cinesi sostengono che, se si vuole che la Cina evolva in modo unitario e pacifico, la diversa storia politica e la cultura cinese richiedano un approccio diverso da quello occidentale, un approccio che mantenga al potere un governo monopartitico, mentre venga estesa gradualmente la partecipazione sociale. Ciò ha fatto si che la Cina trovasse il proprio equilibrio tra crescita economica e stabilità politica, da un lato, e tra economia di mercato e uno Stato autoritario dall’altro. Avendo raggiunto una notevole crescita economica senza la necessità di rinunciare al governo monopartitico del Pcc, la Cina è in grado di fornire un modello nel quale il governo autoritario poggia il consenso sull’efficacia con cui utilizza i mercati per creare ricchezza e sostenere la crescita economica, in contrasto con il modello occidentale di modernizzazione che richiede che il sistema di libero mercato proceda di pari passo con un sistema di democrazia liberale.

Recentemente però, la Cina sta imboccando un periodo di crescenti tensioni sociali espresse attraverso disordini e manifestazioni guidate dalle classi più svantaggiate, al fine di proteggere i propri diritti, indirizzando il paese verso una potenziale crisi. Sembra che il governo cinese, intimorito dal potere dei cittadini, abbia cercato di arginare il malcontento popolare pur continuando a sperare che crescita economica e legittimità del regime possano procedere nella stessa direzione, senza che l’una sovrasti l’altra. Tuttavia queste misure stanno lentamente perdendo d’efficacia, mentre si fa sempre più difficile per lo stato focalizzarsi sulla crescita economica per evitare il deterioramento della crisi sociale; i gruppi d’interesse si stanno opponendo a una più equa distribuzione della ricchezza economica, vanificando quindi la strategia del Partito di scambiare la crescita economica con il consenso. Si ricorre sempre più spesso a forze coercitive, tanto che la spesa destinata alla sicurezza nazionale ha raggiunto nuovi record nel corso del 2011; infatti, per la prima volta, gli stanziamenti per la pubblica sicurezza hanno superato il budget della difesa.

Infine, il cosiddetto ‘modello Cina’ potrebbe avere vita breve. E’ difficile elevarlo a un livello universale giacché nessuna economia cresce all’infinito. Anche in virtù delle tensioni interne ed esterne al paese, la crescita economica della Cina potrebbe subire una battuta d’arresto, così come normalmente può verificarsi in qualsiasi altra economia.

Come dimostrato da alcuni studi, l’economia cinese ha iniziato a crescere quando la Cina si è “ammorbidita”, dando spazio a maggiori libertà individuali ed economiche; inoltre, i migliori risultati sono stati ottenuti proprio in seguito al perseguimento di riforme economiche liberali, allontanandosi così da politiche stataliste.

Il paese ha pagato uno smodato prezzo sociale per la sua repentina crescita economica, sopratutto in termini di giustizia. Benché finora crescita economica e legittimità del partito abbiano avanzato armoniosamente, senza collidere, non resta che aspettare e indovinare quanto tutto questo possa ancora durare.

2.1 La libertà (?) economica al tempo di Mao

Il sistema delle unità di lavoro, o danwei, entrò in vigore durante il governo maoista al fine di creare un’economia collettiva, in cui ogni cosa, eccetto minimi oggetti personali, era di proprietà del gruppo a cui si apparteneva. I danwei divennero veri e propri clan interconnessi al lavoro, costituiti da lavoratori dipendenti con posto fisso e famiglie, e   assumevano l’onere non solo di trovare un impiego ai propri membri, ma anche di fornire loro alloggio, istruzione, assistenza medica e provvedere alle altre esigenze quotidiane. L’unità di lavoro esercitava potere in qualsiasi ambito della vita dei suoi appartenenti. Imperava su questioni personali (assumeva, licenziava, teneva dossier aggiornati sui suoi membri), forniva strutture comunitarie (non di rado complessi cintati da mura) che fungevano da abitazioni, mense, centri di assistenza sanitaria; aveva conti bancari e bilanci propri, era urbano e pubblico, quindi parte del sistema statale. Il danwei creò un rapporto di mutua dipendenza. Ciascun individuo, infatti, rinunciando a gran parte delle proprie scelte personali, poteva in cambio nutrire altissime aspettative nel fatto che il gruppo si sarebbe preso cura di ogni suo membro. Ciò però non accadeva per la comunità rurale la quale, pur non godendo di nessun tipo di assistenza, doveva attenersi comunque alle norme di proprietà collettiva e del processo decisionale del gruppo.

Le ideologie e le aspettative di coloro che vissero il periodo maoista, sono ancora oggi viziate dalle abitudini mentali che avevano senso sotto quel regime. Tali persone, ingabbiate a lungo entro le norme delle comuni, privi di ogni libertà personale, non hanno un àmbito mentale adatto a una società liberale o tollerante. Nemmeno coloro che rifiutano il maoismo ufficiale lo possiedono. Inevitabilmente, genitori e insegnanti, hanno trasmesso parte di tali valori e aspettative alle generazioni più giovani. Naturalmente, queste ideologie hanno cambiato connotati con il trascorrere del tempo e con l’accumulo di nuove esperienze, ma plasmano tuttora l’esistenza e le relazioni dei cinesi. Questo corredo mentale continuerà ad influenzare significativamente le vite dei cinesi, anche quando le danwei saranno solo un vago ricordo di un passato ormai lontano.

3.1 Materialismo e consumismo eccessivo in Cina

Alla luce della continua crescita economica della Cina, è importante analizzare gli effetti di questo andamento sulle attitudini e i comportamenti dei consumatori cinesi. Sono soprattutto i caratteri del materialismo e le pratiche relative al consumismo eccessivo che devono essere presi in considerazione giacché tali fenomeni, considerando la loro essenza occidentale, hanno iniziato a diffondersi anche nelle economie dell’Asia orientale, apportando numerosi cambiamenti alle strutture sociali e infettando i valori tradizionali. Tali cambiamenti hanno allarmato molti di coloro i quali temono che le profonde credenze e i tradizionali stili di vita stiano rapidamente svanendo, oscurati dalla bramosia e dalla smania di accumulare beni materiali. La Cina sta rapidamente assumendo il ruolo di centro pulsante della crescita industriale, con conseguenti cambiamenti e nella struttura sociale, e nei modelli di spesa dei consumatori.

Belk (1985), definisce il materialismo come l’importanza che il consumatore attribuisce ai beni terreni, ritenendolo il risultato della combinazione tra possessività, egoismo e invidia. Richins e Dawson (1992), invece, considerano tale concetto come un fenomeno nel quale gli individui pongono il consumo materiale al centro delle loro vite, riconoscendo in esso la chiave della felicità. In questo caso i criteri sono successo, centralità e felicità. Lo stesso concetto di materialismo è stato connesso a una moltitudine di abitudini dei consumatori, tra cui l’ acquisto compulsivo, la percezione del brand, l’attitudine verso la pubblicità, la mancanza di autostima e l’insicurezza.

Nell’era post industriale, è stato teorizzato che la ricerca della felicità mediante consumismo trovi origine nelle società occidentali, come logico risultato di una diffusa ricchezza economica. La recente crescita esponenziale dell’industrializzazione asiatica, cinese nella fattispecie, ha conseguentemente condotto a un’ondata di nuovi consumi nel mercato dei beni di lusso anche se, per alcuni, sarebbe erroneo identificare tali valori come diretta conseguenza della diffusione del materialismo occidentale.

Mentre la cultura tradizionale cinese acclude un forte senso di parsimonia, di educazione nei comportamenti, di centralità della famiglia e di un orientamento prevalentemente confuciano, è altresì una società rivolta alla collettività in cui il concetto di “faccia” è di primaria importanza; la vergogna più grande per un cinese, infatti, consiste nel “perdere la faccia” (丢脸diu lian). L’“io”, nell’ottica cinese, è considerato come il centro delle relazioni, nel quale l’identità dell’individuo si concretizza attraverso la famiglia, le relazioni sociali e professionali. Tale concetto si differenzia da quello occidentale in cui l’auto realizzazione si consegue sulla base di valori e gusti personali, abilità e preferenze.

3.2 La Cina dopo la Rivoluzione Culturale

All’indomani della fine delle estese restrizioni vissute durante il maoismo e la Rivoluzione Culturale (1966-1979), molti consumatori cinesi guardarono all’occidente come meta da raggiungere per mettersi in pari con il resto del mondo, e infrangere l’omologazione e il grigiore tipici della società cinese di allora. Poiché in molti anelavano a uno stile di vita più in linea con la modernità occidentale,si registrò un rapido incremento dei consumi e dell’acquisto di beni occidui. Inoltre, la moda occidentale condusse a una maggiore consapevolezza dell’identità di genere, sia per gli uomini che per le donne, a lungo costretti a indossare uniformi androgine. Col tempo, la diffusione di uno stile occidentale, sia nel vestiario che nella cosmesi, determinarono un’alterazione dei tradizionali canoni di bellezza, influenzati anche dal cinema e dai programmi televisivi.

Per molti cinesi, le immagini del mondo occidentale e del suo lifestyle erano perfettamente espresse nelle pagine dei magazine e nei cartelloni pubblicitari***. L’ovest del mondo era visto come terra d’abbondanza dove la capacità di guadagnare un reddito elevato avrebbe condotto alla possibilità di acquistare una vasta gamma di beni, aprendo finalmente la porta della felicità. Essere uno tra i primi a potersi permettere beni di lusso, occidentali, era visto sia come affermazione individuale che come vessillo di successo e benessere economico. Chi indossava o possedeva oggetti d’ultimo grido era considerato un trend setter e guardato con invidia dai più.

Questa tendenza perpetua tuttora, forse anche più marcatamente di prima. Non a caso, infatti, spopola in Cina una piccola serie di film intitolata Piccoli tempi, tratta dagli omonimi romanzi dello scrittore trentenne Guo Jingming e costruita attorno alla storia di quattro ragazze di un college di Shanghai, con alte aspirazioni professionali e con l’ossessione della moda, delle feste, e di una vita nel lusso sfrenato accanto a un uomo affascinante. Questi film, ibridi tra Il diavolo veste Prada e Sex and the City, sono un inno al consumismo e all’abbondanza materialista. Perfino il Quotidiano del popolo, voce ufficiale del partito, si è “scomodato” per dire la sua in seguito al grande successo dei film: “ormai in Cina tutto è misurato con il denaro, trent’anni fa avevamo l’ideologia, oggi i ragazzi crescono con il materialismo e il consumismo”. Ironia della sorte, Piccoli tempi trionfa sugli schermi cinesi proprio mentre il governo centrale è impegnato in una campagna ideologica di moralizzazione. Il presidente Xi Jinping, infatti, ha appena rilanciato i quattro principi cardinali dell’ortodossia comunista: attenersi alla purificazione intellettuale seguendo la dittatura democratica del popolo; la via socialista; la guida del partito secondo il marxismo-leninismo; il pensiero di Mao Zedong.

Il materialismo cinese è stato confermato anche da un’azienda francese, IPSOS, la quale, in seguito a un sondaggio, ha stabilito che il 71% dei cinesi misura il proprio successo sulla base di ciò che possiede; in aggiunta, gli stessi percepiscono una forte pressione che li spinge a una spasmodica ricerca di successo e ricchezza.

Fig.1 Percentuale di chi afferma di misurare il proprio successo da ciò che possiede

fig 1

Fig 2. Percentuale di chi percepisce pressione affinché raggiunga successo e ricchezza

fig 2

3.3 Capire i giovani adulti consumatori cinesi

La varietà delle motivazioni che spinge al consumismo differenti gruppi d’età è vista come caratteristica fondamentale del mercato cinese. I considerevoli cambiamenti avvenuti nelle istituzioni del paese hanno fatto si che genitori e figli sostenessero ideologie contrastanti.

Sono in molti a credere che, la Rivoluzione Culturale (1966-1979), il periodo delle riforme economiche (1980-1991) e l’era della globalizzazione della Cina (1992-oggi), siano le principali cause scatenanti dell’attuale schiera di giovani consumatori cinesi.

Mentre i giovani, negli anni ’80, ricercavano il senso della vita, oggi sono prevalentemente orientati verso il successo e una vita agiata.

La Generazione Y cinese è rappresentata dai figli della generazione di coloro che sono cresciuti durante la Rivoluzione Culturale. A causa per lo più della globalizzazione, i punti di vista e le attitudini dei millennials cinesi sono sovente diversi da quelli dei loro genitori. Una peculiarità centrale di questi comportamenti è una sorta di individualismo che si oppone con enfasi al collettivismo tanto promosso nella Rivoluzione Culturale – un individualismo che, ancora una volta, è frutto dell’influenza occidentale.

Il materialismo odierno viene anche considerato come uno dei risultati della politica del figlio unico, introdotta alla fine degli anni settanta e recentemente abolita. Molti genitori cercavano di compensare la propria mancanza di ricchezza fornendo alla progenie uno stile di vita opulento. D’altro canto, però, la Cina è una nazione fortemente basata sui valori del confucianesimo, valori che hanno caratterizzato la tradizione cinese per uno straordinario lasso di tempo, molte secoli prima che sorgesse la civiltà occidentale. Per intere generazioni, la cultura cinese fece perno sulla frugalità, sulla parsimonia e su un concetto interdipendente del sé.

Il materialismo e la ricerca della felicità tramite consumo sono la chiave della norma sociale emersa e sviluppatasi con la civilizzazione dell’occidente.

E’ opportuno specificare che il grado di materialismo differisce da zona a zona, è ovviamente più acuto nei centri urbani e più blando nelle zone rurali. Questo studio non intende generalizzare la diffusione del fenomeno in tutta la popolazione di giovani adulti cinesi.

4. Interviste

 

4.1. Lola & Jason 

Lola & Jason

 

G- What’s your name guys?

L- Lola.

J- Jason.

G- How old are you?

L- 29.

J- 29.

G- Lola what’s your job?

L- I’m a student (PhD in Sociologia).

J- I work for the local government.

G- Do you live alone?

L- I’m married, I live with my husband. Alone.

J- I’m single, I live alone.

GHow often do you go shopping? Like, in a month.

L- If we refer to online shopping, I guess is 5. If you mean go to shops then is just once a year, or even less. I don’t go shops any more.

J- I don’t go to shops that often. Before, maybe 2-3 years ago I would have gone to the market, now I shopping online most of the times. How often, maybe one time every 2-3 weeks. Sometimes I go out shopping but maybe every 2-3 months.

G- So you don’t go shopping regularly

J&L- We don’t.

J- If I say “I need this stuff”, maybe I go shopping, I search on internet first. I might buy at the shop but normally I buy stuff on the internet.

G- In your opinion, how much of your salary do you spend shopping? In a month for example.

L- My salary was pretty low, and now I don’t have salary at all, so…I spend money for myself but is not really from the salary.

J- If not including the food, maybe I would 30%.. or even more, maybe 50.

G- When you go shopping, what kind of goods do you buy usually?

J- Clothes.

L- I think all kind of things. Clothes, make up, I also buy contact lenses regularly, hair products.

G- Do you admire people who own expensive cars, homes or clothes?

L- No.

J- No. We don’t hate richer (aggiunge scherzosamente).

G- Do you think that the things you own say anything about your life and who you are?

L- I think this is like the correct statement for healthy society but here I don’t think so, people just eat, like, soup noodle for a month to buy a luxury bag. Here I really don’t know, I think what they own doesn’t mean who they are.

J- For me, mmmm, I’m not that sure, maybe if someone own some very expensive stuff it means they are rich. Maybe. I’m not sure.

L- I Don’t believe it. It might be fake.

J- I’m not talking about luxury stuff, some luxury good maybe are good fake.

G- Do you like to own things that impress people?

L- (Shakes her head to say ‘no’)

J- Sometimes (ride).

L- I have my good appearance, I have my knowledge…ahahaha just kidding!

J- Sometimes yes, people has this kind of ‘evil’ mind sometimes. (Fingendo una conversazione dice) “yes this is my new iPhone 6 and you, uh, you just use iPhone 4…pfff!”.

G- How do you feel after you go shopping?

L- If I buy something very nice I’d be very happy.

J- It depends. Most of stuff, after I buy them I feel nothing but if I really like that stuff maaaybe I’m happy for 2 minutes. I feel nothing most of times.

Lola interviene, Guess what, I bought a very nice shirt from Burberry for 9 euros, (ride), that makes me very happy.

J- Most of time, after I bought some stuff on the Internet, after I got them I think “uh, what’s that?!?”, you know… that’s why after I buy something I feel stressed, “is my good good?!”.

G- Do you like luxury goods?

J- I love luxury goods but I don’t need that

L- I think it depends on the quality. For me it’s like, Louis Vuitton and Prada. Louis Vuitton is very different from Prada; are both expensive, Louis Vuitton has very good quality but Prada is shit. So, more depends on the quality. Some luxury brands can be very qualified, that’s something I like.

G- So, for you is good to pay more for something that actually is worth it and has hight quality

J- High quality is good, luxury stuff I don’t need that at all…but if I have that is ok!

G- Do you think that your life would be better if you owned something you don’t have now?

L- I guess some clean air.

J- Yeah, maybe a different environment, you know. Maybe a different job (ride).

G- Would you be happier if you could afford to buy more things?

J- Yeah.

L- I’m not sure, I’m quite satisfied with materials I have now.

J- If you could buy more stuff you’d be happy (rivolto a Lola, inizia un breve dialogo).

L- I can buy more stuff now.

J- If you can buy more..

L- I own enough, I don’t need now!

She’s definitely the wrong candidate (dico ridendo).

J- Right now if you can buy ten very hot new guys, don’t you want to??

L- I don’t know! Ahahhahah (il marito è seduto accanto a me).

G- If you have to choose to buy something for the person you love or something for yourself, what would you choose?

J- It depends. It depends on the situation, you know. If it’s your birthday or my birthday..

G- If you are walking on the street and you see something you really like or something you know that your girlfriend really likes…

J- I would buy for her, for sure.

L- Me too.

G- Are you bothered when you see people who can buy anything they want?

J- We don’t need to compare to anyone else, why we should be jealous of someone else life. If we are jealous about that we cannot live in the world any more! It’s very hard to live, I want to live happy so I don’t want to do that.

L- Especially here.

G- It is important to you that your clothes are of the latest style?

J- No, I don’t care about that at all. I buy maybe last season stuff which are cheaper.

L- I care more about the quality. Most of the time I buy things with natural stuff, like pure cotton, wool, cashmere; I’ve stopped buy thing like polyester.

J- Normally I don’t buy the very expensive stuff but if we know is very good quality I would try to buy it.

G- So actually you buy less often but more good quality.

J&L- Yeah.

G- Jason, what do you think a man should provide a girl to be the charming prince?

J- I guess should provide love, that’s all. Love includes anything, it’s not just about goods or money. Love is everything.

G- And you Lola, what do you expect from a man is supposed to be your charming prince?

J- Good Chinese accent (dice scherzando. Il marito di Lola pur vivendo in Cina da 3 anni non sa ancora parlare cinese).

L- I’d say like, joy in life.

G- Do you think would you love your husband even if he was poor?

L- He’s poor! (ride)

G- So yours is true love! Do you feel the pressure from the society, from your parents, to be successful and rich and have a good career, or not?

L- Here I think so.

J- A lot. Here is stressful, you know. Because chinese parents say “ see who’s son, what a position, how money they earn per month”; always thinking about this, they give a lot of pressure you know. This is the chinese situation right now. Not only chinese, many country have the same problem but for us, for me, I can feel this kind of pressure.

L- I hate my mum seeing all her old friends. When she’s back, is always like “bla bla bla, someone there work so hard, earn so much, they have a nice apartment, a nice car”… why does it matter to me? I don’t care.

J- I also very hate my parents when they meet strangers’ parents who I don’t know and they say “ is your son still single? Should I introduce him a good girl?”, no I don’t need this.

L- The problem is that they don’t even care, they just wan to gossip.

J- To be a chinese means feel a lot of pressure around us, it’s really hard to be.

G- I know, also the fact that all the parents want you to get marry very early…

J- For chinese, sometimes the fact to be alive is not for ourselves but everyone. For our friends, for our parents…it’s really hard.

G- Actually how do you feel this pressure? Does oes it work? Do you work harder because of this pressure or you just feel bad and then don’t care?

J- I am who I am. I just do what I want. Maybe sometimes you take some encouragement to do good but sometimes it’s, aahh, bullshit, I don’t want to listen to you. You know, I just do what I want to do.

L- Yeah, I don’t care at all.

G- Yes, that’s a good attitude. How do see yourselves in 10 years, what are your goals?

Jason inizia a parlare ma si interrompe dicendo a Lola di rispondere per prima, Lola, rivolgendosi a Jason, dice:

L- Honestly I think you’ll have nothing changed in ten years.

Lola e Jason inziano a interloquire, si intuisce che il sogno di Jason sia lasciare il lavoro.

L- You can’t quit you job!

J- It’s a dream…

G- Tell me your dream, please.

J- I want to quit my job, or maybe change it with something I prefer. I don’t want to work, I’d travel around the world with someone I love. That’s my dream.

L- Yeah, that’s a dream.

G- Why not??? c’mon Lola! Don’t be so negative.

L- He can’t quit his job!

J- I can’t. In 10 years I will working for the same department, doing the same stuff, I get old, I don’t have pension at all.

G- Why? Because this is China or this is you?

J- This is China and I work for the government.

L- The system will never change and he will never quit his job, he will stay like this forever.

J- I can quit my job but I know how much courage you need to do that.

G- Ah, so actually you can.

J- Now I’ve a little bit preferred to settle down, you know, I’m old. (ride)

G- I know what you mean. You need money to live so you cannot quit the job, because you cannot find so easily.

J- If I had enough money to do that, I would fo it tomorrow, immediately.

G- Ok, last question. What is happiness to you?

J- Freedom, I need it very much.

L- To me also is freedom.

G- Ok guys, It was an amazing interview, thank you very much!

4.2 Ivy

G- Hello, what’s your name?

I- Hi, my name is Ivy.

G- How old are you Ivy?

I- I’m 25.

G- What’s your job?

I- I’m a teacher.

G- How often do you go shopping?

I- Mmm…4 times a month.

G- You say 4 times a month but I remember, when we used to work together, you checked every day online shops.

I- It depends on the salary. If I get the salary I can buy the things I want, and I should put some money for shopping and some money for living.

G- Do you prefer go shopping or shopping online?

I- Shopping online.

G- In your opinion, how much of your salary do you spend in shopping?

I- Half.

G- What kind of goods do you usually buy?

I- Clothes, make up, shoes, bags.

G- Can I ask you, how much is your salary?

I- 4k. 4 thousand rmb.

G- Do you like to own things that impress people?

I- Yes, definitely.

G- How do you feel after shopping?

I- Happy!

G- Do you like luxury goods?

I- No, no. Because I have a very low salary and cannot afford them.

G- But if you had a higher salary…

I- Of course I like! If I had a high salary I’m sure I would buy them.

G- Do you think that your life would be better if you owned certain things you don’t have now?

I- Maybe. If I cannot buy something I like cause I cannot afford it, I might buy another good one but it wouldn’t be my favourite.

G- If you have to choose to buy something for yourself or something for your boyfriend, what would you choose?

I- Both.

G- Are you bothered when you see people who can buy anything they want?

I- No! I could buy what I can afford, so, if she or he can buy something very very expensive maybe they have a very high salary. It’s equal.

G- It is important to you that your clothes are of the latest style?

I- No, I buy clothes of the style I like.

G- What do you think a man should provide a girl to be a good boyfriend? Something material, like money, house, good future or something just emotional, or both?

I- In China, house and car are the basic things… but for me, clothes!

G- What is happiness to you?

I- All my family be happy, and my friends also.

G- I want to ask you something though. I remember, last year, when we used to work together, after the spring festival we got the salary but was very low because of holidays and our boss cut a lot of money; you got around 1000 rmb that month. I remember also you, sometimes, don’t have dinner to save money. That month you got one thousand rmb I remember that.. (Ivy mi interrompe, ridendo, sapendo cosa le sto per chiedere).

I- What did I buy?!?!?!!

G- A denim jacket of 500 rmb.

I- I remember! The Converse one, right?

G- Probably. So, that month you got 1000rmb and you spent 500 rmb for a jacket.

I- I have savings. All chinese girls have savings.

G- Ok. One more thing. Last winter you told me you didn’t want to pay the heating because it was too expensive. How much does it cost?

I- Yes, it’s expensive. 2000 rmb for the whole winter (4 mesi).

G- So, you preferred to suffer cold instead of paying the heating cause too expensive.

I- No, I preferred to turn on the air conditioning cause I can handle it. When I need the heating I can turn it on and when I don’t need it I turn it off, so I can save money. I don’t need to spend 2000rmb but only, maybe, 50rmb a month and I save a lot of money.

G- Ok. Ivy, thank you very much!

I- You are welcome!

4.3 Liu Hui, Wendy’s mum.

G- What’s your name?

L- My name is Liu Hui.

G- How old are you?

L- I’m 53.

G- Do you have a job?

L- No.

G- You are a mum.

(L scuote la testa in segno negativo ma Wendy, la figlia, la interrompe e dice “ Mum, you are my mum!!!!”, capito l’errore, Liu ride).

G- How often do you go shopping?

L- I buy only on taobao (con l’aiuto della figlia)

G- What kind of goods, when you go shopping, do you usually buy?

L- Make up.

G- How do you feel after shopping?

L- Not bad.

G- Do you admire people who own expensive cars, houses and clothes?

L- I don’t have any special feelings. They earn more money so they can buy more.

G- Would you like to own many luxury goods?

L- I don’t need those stuff.

G- Would your life be better if you could own certain things you don’t have now?

L- No.

G- If you have to choose to buy something for your daughter or something for yourself, what would you choose?

L- I would buy clothes for both of us.

G- Are you bothered when you see people who can buy anything they want?

L- I don’t agree with that.

G- Why not?

L- I think people should buy only useful things. Buy useless things it’s a kind of waste.

G- What do you think about nowadays young chinese? Do you think they still reflect the chinese spirit or they are different from your generation?

L- Most of them obey the purity of the chinese spirit, but when they buy too many things it’s a waste.

G- So they are too materialistic. They just waste money, buy things…. They are like Ivy, you mean. (Ivy, che sta riprendendo la conversazione con il cellulare, ride).

G- So, in her opinion, what is better, young adults of today or young adult of her generation?

L- Even if young adults of today buy too many stuff I think it’s better now, cause now they are more opened, more optimistic, have more passion. Chinese young adults are more free than before.

G- Do you think that chinese young adults have still important values or they just think about money?

L- They think too much about money, values are almost gone.

G- Do you remember any big change happening when you were young, especially about individual and economic freedom?

L- No, it was almost the same.

G- Did you have any prohibition which nowadays young adults don’t have?

(Liu inizia a pensare ai divieti del passato, ci sono sicuramente ma al momento non le sovvengono. Interviene nella discussione anche il marito. L’intervista riprende al minuto 9:23. Capendo la risposta di Liu, commento rivolta a Wendy) She’s saying that, at that time, if you didn’t have a job was a big source of anxiety while now, if you don’t have a job it’s like “It’s ok, I have my parents”…(Interviene Wendy)

W- My mum has been working in a factory for more than thirty years. They had to work. They couldn’t stay without job.

G- So, as soon as they grew up they had to go to work and think about the family. (Per curiosità chiedo se Liu sia in pensione e si, lo è).

When she was a kid, did they teach her individualistic values or collectivist ones?

L- More about the group, more conservative ones. Now people are selfish, they think about themselves.

G- Were you free to buy anything you wanted? Did you have personal money?

L- Yes I could, but before I had to ask my mum.

G- Do you think that the chinese economic growth brought negative consequences to the society?

L- People are more selfish and the relationship between two people became cold, they are far away. Even if they are relatives, their hearts are apart.

G- What do you think about the fact that most of chinese look at western people and western world as a model?

L- I don’t agree with that. I think China is better even if the western world has its positive side.

G- Honestly, I’d feel bad if my society would look at a different society as a model, I agree with you actually.

Ok, that’s all. Thank you very much

Bibliografia e sitografia:

***Nonostante siano passati quasi due anni dal mio arrivo a Xi’an, non riesco ancora a capire perché la quasi totalità dei cartelloni pubblicitari raffiguri modelle occidentali. Provo ad immaginare cosa penserei se camminando per le strade italiane trovassi quasi esclusivamente pubblicità raffiguranti ragazze orientali. La spiegazione logica c’è, e la sto scrivendo, ma ciò non toglie che ancora non me ne capacito.